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Dipendenza: Oggi Di Cosa Mi Faccio???

Dipendenza: Oggi di cosa mi faccio???

Cocaina, hashish, Lsd, crack, quick, MDMA, ecstasy e chi ne ha, più ne metta!!!! Cosa sono? Droghe? Piaceri? Illusioni?

Rientrano in quella tipologia di sostanze psicoattive che alterano le funzioni cerebrali provocando temporanee (ma in taluni casi irreversibili) modificazioni delle percezioni, dell’umore, della coscienza, del comportamento. Il male della nostra società che si insinua nelle nostre menti apportando una ventata effimera di benessere, energia, potenza, allegria ma che con il tempo ci ingabbia e ci rende schiavi e fa crescere nella nostra mente un desiderio incessante di ricercare nuovamente quelle sensazioni che sono state registrate come piacevoli e che sembrano dare quell’aiuto necessario quando ci si sente scarichi e sommersi dai disagi quotidiani.

L’uso e l’abuso di tali sostanze, così diffuse e così diverse tra loro, danneggiano soprattutto la popolazione giovanile ma non solo, anche il mondo degli adulti e si stima che creano problemi rilevanti di natura sociale, medica e psicologica.

La dipendenza psichica che si sviluppa dal consumo ripetuto di tali stupefacenti si associa ad un comportamento compulsivo, cioè bisogno di assunzione ripetuta della droga da cui si dipende per risperimentarne l’effetto psichico ed evitare la sindrome di astinenza.

Tale problematica comporta un disagio clinicamente significativo; la persona si allontana dai suoi affetti, dal lavoro, dagli interessi e svaghi, consuma il conto in banca ed eventualmente arriva ad indebitarsi o a rubare, tende progressivamente a distruggere le sue ambizioni e i suoi sogni e sempre più si chiude nella stanza interna della sua solitudine.

La diagnosi di disturbo da dipendenza da sostanze soddisfa tali caratteristiche:

C’è un desiderio incontrollabile e compulsivo a cercare la sostanza e tentativi infruttuosi di ridurre o controllare l’uso della sostanza.
Si instaura il bisogno di dosi notevolmente più elevate per raggiungere l’intossicazione o l’effetto desiderato o si percepisce un effetto notevolmente diminuito con l’uso continuativo della stessa quantità della sostanza (fenomeno della Tolleranza).
Inoltre una grande quantità di tempo viene spesa in attività necessarie a procurarsi la sostanza (per es., recandosi in visita da più medici o guidando per lunghe distanze), ad assumerla (per es., fumando “in catena”), o a riprendersi dai suoi effetti con una notevole ripercussione sull’interruzione o riduzione di importanti attività sociali, lavorative o ricreative a causa dell’uso della sostanza.
Uso continuativo della sostanza nonostante la consapevolezza di avere un problema persistente o ricorrente, di natura fisica o psicologica, verosimilmente causato o esacerbato dalla sostanza (per es., il soggetto continua ad usare cocaina malgrado il riconoscimento di una depressione indotta da cocaina, oppure continua a bere malgrado il riconoscimento del peggioramento di un’ulcera a causa dell’assunzione di alcool).
Uno degli effetti più significativi è l’astinenza: l’organismo, così come reagisce alla presenza regolare di una droga, reagisce anche alla riduzione o alla cessazione dell’assunzione, attraverso tutta una serie di sintomi, sia psicologici che fisici, che caratterizzano la sindrome di astinenza.

L’uso e l’abuso di tali sostanze, così diffuse e così diverse tra loro, danneggiano soprattutto la popolazione giovanile ma non solo, anche il mondo degli adulti e si stima che creano problemi rilevanti di natura sociale, medica e psicologica.

Tale problematica comporta un disagio clinicamente significativo; la persona si allontana dai suoi affetti, dal lavoro, dagli interessi e svaghi, consuma il conto in banca ed eventualmente arriva adindebitarsi o a rubare, tende progressivamente a distruggere le sue ambizioni e i suoi sogni e sempre più si chiude nella stanza interna della sua solitudine.

La diagnosi di Dipendenza da Sostanze necessita di una storia dettagliata, raccolta dal soggetto e, tutte le volte che sia possibile, anche da fonti supplementari di informazione (per es., questionari per la valutazione della personalità, documenti medici, il coniuge, un parente o un amico stretto). Inoltre possono risultare utili i reperti dell’esame fisico e gli esami di laboratorio.

Un dato molto interessante che predispone i giovani e gli adulti al consumo del mondo “stupefacente” è la curiosità di provare sensazioni più forti, la facile reperibilità delle droghe, i disturbi della personalità e le malattie psichiatriche, la predisposizione genetica, un ambiente familiare poco felice, la pressione di gruppo esercitata dai coetanei, dei rapporti umani non soddisfacenti, la mancanza di autostima, la ribellione giovanile ed il desiderio di provare “cose nuove”, la noia e la disoccupazione e stanchezza e la scarsa conoscenza della sostanza, quali gli effetti sul nostro cervello e quali le conseguenze psicofisiche e quanto regala in modo non sano emozioni, piacere e illusioni di felicità.

Il problema più importante e comune a tutte le droghe ai fini della cura è  la dipendenza psicologica, in quanto, a differenza della dipendenza fisica, i meccanismi che la provocano difficilmente possono essere risolti completamente in breve periodo e, nella maggior parte dei casi, occorrono numerosi anni.

Il desiderio di riprovarne l’uso è condizionato non solo dallo stato di astinenza (“digiuno”) o dalla vista delle stesse (“cibo gustoso”), ma anche dalla capacità che le droghe hanno di conferire a numerose situazioni (la vista di luoghi, di oggetti o di persone,  stati d’ansia o di depressione, ecc.), se associate ripetutamente all’uso della stesse, il potere di stimolare i centri di gratificazione scatenando il desiderio di far uso della sostanza.

Le alterazioni biochimiche indotte dal consumo di droghe ed alcool comportano una modifica della personalità che potrebbe presentare caratteristiche di inaffidabilità, incapacità a portare a termine un eventuale progetto familiare e/o lavorativo, disonestà tendendo a mentire ad amici, familiari, datore di lavoro, isolamento e può sembrare tendenzialmente depresso.

Nelle situazioni più difficili, si ritiene opportuno rivolgersi ad uno specialista psicologo che preveda percorsi psicologici paralleli per la famiglia e per la persona che consuma frequentemente le drogheper aumentare la consapevolezza e la motivazione a ridurne progressivamente l’uso. Alcune evidenze scientifiche dimostrano che determinati farmaci antidepressivi e stabilizzanti del tono dell’umore possono essere di qualche utilità per fronteggiare l’astinenza in associazione ad un trattamento psicologico di tipo comportamentale che aiuta a fronteggiare gli stimoli strettamente legati all’uso. Numerose esperienze hanno dimostrato che una particolare tecnica comportamentale definita contigency management che consiste nel promuovere l’astinenza in cambio di rinforzicome premi, benefit o vaucher in grado di favorire l’astinenza soprattutto nella fasi iniziali del trattamento (Higgins et al., 1994) integrando anche tecniche di prevenzione delle ricadute che hanno lo scopo di individuare gli stimoli ad alto rischio legati all’uso ed insegnare alla persona come evitarli e/o affrontarli da un punto di vista emotivo, cognitivo e comportamentale (Caroll, 1996). Negli ultimi anni la psicoterapia cognitivo-comportamentale si è dimostrata in diversi studi particolarmente efficace nel gestire queste problematiche così frequenti nella società del “consumismo” (Caroll et al., 1998).