Fobia sociale
Paura continuativa e persistente di esporsi agli altri, di essere in determinate e imprevedibili situazioni sociali o di essere osservati mentre si sta facendo qualcosa, come ad esempio parlare in pubblico o, più semplicemente, parlare con una persona; si teme di tremare con la voce, con le mani pertanto evitano di mangiare, bere o scrivere in pubblico o ancora hanno paura di dimenticare ciò che si era intenzionati ad esprimere.
E’ molto difficile per una persona con fobia sociale gestire gli eventi interpersonali, sono pervasi da una costante preoccupazione di rimanere o apparire imbarazzati, e soprattutto sono timorosi che gli altri possano giudicarli come ansiosi, stupidi, inadeguati e infantili.
Il disagio che avvertono è pervasivo e le conseguenze sulla vita psichica e sociale consistenti, si inizia a declinare gli inviti a cena con gli amici, feste, viaggi, riunioni di lavoro, contesti ricreativi come la palestra, bar ecc. Si inizia gradualmente a sviluppare ansia anticipatoria che precede le situazioni temute, preoccupandosi di ciò che potrebbe accadere con un’escalation di sintomi ansiosi quali: palpitazioni, tremori, secchezza delle fauci, vampate di calore, nausea, mal di testa ecc.
Come spesso accade nei disturbi fobici, le persone che provano tale disturbo riconoscono, quando sono lontane dalle situazioni temute, che le loro paure solo assolutamente irragionevoli ed eccessive, arrivando così a colpevolizzarsi ulteriormente per le loro condotte evitanti.
La percentuale di persone che soffrono di tale disturbo è abbastanza vario, ma decisamente elevato nella popolazione generale: in diversi studi tale percentuale varia dal 3% al 5% della popolazione generale. Tale disturbo sembra esordire normalmente in età adolescenziale o nella prima età adulta.
Sono stati eseguiti molti studi sull’ansia sociale, ma l’origine esatta non è ancora chiara; le principali spiegazioni sembrano implicare una serie di fattori, come quelli psicologici, ambientali, genetici e biologici. Alcune persone con fobia sociale dichiarano di saper identificare un evento che ha provocato il primo disturbo, ma una relazione di causa effetto non é stata ancora confermata. Molte persone riferiscono che un ruolo fondamentale all’origine di tale disagio sociale è stata l’educazione, in particolare genitori troppo protettivi che si preoccupano troppo per i figli o che loro stessi sono timidi e normalmente evitano certe situazioni sociali, possono trasmettere ai figli le sensazioni e convinzioni che il mondo è pericoloso e non ci si deve fidare degli altri che sono subito pronti a cogliere i nostri difetti. Se a questo aggiungiamo che la persona durante l’infanzia abbia potuto soffrire situazioni traumatiche di una certa entità, è possibile che possa sviluppare tale problematica. E’ necessario in questi casi una visita specialistica e un trattamento terapeutico, in particolare i migliori risultati sono stati ottenuti dalle terapie comportamentali e cognitive, associate eventualmente ad una terapia farmacologica nelle forme molto gravi.
Tornare ad essere un essere sociale in sintonia con il mondo è possibile, prendiamoci in mano la nostra vita facendo un primo importante passo: impariamo a chiedere aiuto!