Il mal di vivere
Siamo soliti utilizzare impropriamente e correntemente l’espressione “sono depresso”soprattutto quando si è tristi per qualche situazione che non si è realizzata come speravamo: problemi a lavoro, una spiacevole discussione con qualcuno o più semplicemente la fine delle vacanze.
La tristezza è un’emozione normale che ci accompagna nello scorrere della vita quotidiana, diversa è la depressione che se persiste per un periodo piuttosto lungo origina una condizione psicologica che influisce negativamente sull’umore, sul pensiero, sul comportamento e comporta spesso delle alterazioni del sonno e dell’appetito e del desiderio sessuale.
La depressione influisce sull’umore: un sintomo classico di questa patologia è l’anedonia, l’incapacità di provare piacere. I depressi si sentono indifferenti a tutto e a tutti, ogni gioia di vivere è scomparsa, tutto appare inutile e senza senso. Non sempre la depressione si manifesta con tristezza e disperazione, a volte la depressione si manifesta con una forte ansia e con la sensazione che stia per accadere qualcosa di brutto oppure con irritabilità (all’improvviso non si sopporta più niente e nessuno).
La persona depressa spesso manca di energia, si sveglia al mattino già stanca e non si sente in grado di affrontare il mondo: gli impegni quotidiani sembrano richiedere un enorme fatica , c’è un calo delle prestazioni scolastiche o lavorative. Nei casi di depressione più gravi, il depresso non trova neanche la forza di alzarsi dal letto.
Tipicamente, la persona depressa si colpevolizza per tutto questo (i sensi di colpa per non riuscire ad essere come si vorrebbe sono un altro classico della depressione), ma non riesce a reagire.
Nella persona depressa sono presenti autosvalutazione (tendenza cioè a “buttarsi giù”), pessimismo e aspettative negative nei confronti del futuro, degli altri e della vita. La depressione comporta anche dei sintomi fisici: i più comuni sono alterazioni del ritmo sonno- veglia (si soffre di insonnia oppure si dorme troppo), alterazioni dell’appetito (la fame scompare oppure si mangia in modo eccessivo), calo del desiderio sessuale. Nei casi più gravi la depressione si accompagna ad un rallentamento psicomotorio (rallentano persino i pensieri).
Se la depressione peggiora ulteriormente, il depresso cade in una profonda disperazione, comincia a pensare alla morte come ad una liberazione e si convince di essere un peso per se e per gli altri: inizia a prendere in considerazione l’idea del suicidio.
La teoria più recente spiega l’insorgere della depressione sulla base dell’interazione di tre fattori: vulnerabilità personale, eventi stressanti e scarse abilità sociali. Ipotizza quindi che alcune persone abbiano una predisposizione congenita (deficit di neurotrasmettitori, alterazioni ormonali) che le rende più vulnerabili nel caso di scontro con eventi negativi di perdita (lutto, divorzio, separazioni). La mancanza, o il basso grado, di abilità sociali del soggetto nell’affrontare adeguatamente l’evento stressante determina la comparsa di disturbi dell’umore più o meno seri.
Oscuro perché nascosto, come la maggior parte delle malattie mentali, per vergogna di un comportamento che devia, in maniera inspiegabile, dalla presunta normalità. Nascosta, la depressione, anche per una sua caratteristica intrinseca: l’isolamento dagli altri, la chiusura in se stessi dovuta alla perdita della speranza di guarire. Ma guarire oggi si può, e si deve, a tutte le età; inutile colpevolizzare il malato, la famiglia, la società, meglio invece rivolgersi al medico per avere una diagnosi tempestiva.