deficit di Attenzione
ll disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è uno dei disturbi che più frequentemente si riscontra in età evolutiva, la cui sintomatologia prosegue anche in età adolescenziale e adulta. Dal punto di vista comportamentale la disattenzione si manifesta con difficoltà a seguire le istruzioni, facile distraibilità, frequenti errori nei compiti scolastici, difficoltà nel tenere in ordine i materiali e nel gestire il tempo a disposizione.
L’iperattività si riferisce invece a un’eccessiva attività motoria manifestata in momenti e situazioni non appropriati, a un eccessivo dimenarsi e a una cospicua loquacità. Spesso i bambini iperattivi si agitano sulla sedia, si alzano dal proprio banco, sono irrequieti e incontrano problemi nel giocare tranquillamente.
La vita familiare con un bambino affetto da Deficit di Attenzione e iperattività non è delle più semplici e talvolta si creano vere e proprie disfunzioni sia personali, di coppia che familiari. E’ inoltre importante che i genitori siano di supporto e di sostegno l’uno all’altro, anche nel confermare le richieste dell’altro genitore e nell’assicurarsi che esse vengano eseguite.
ritardo mentale
l ritardo mentale è un disturbo che comprende deficit del funzionamento intellettivo e adattivo negli ambiti concettuali, sociali e pratici. Presenta, in generale, degli aspetti riguardanti il comportamento personale e interpersonale, lo sviluppo cognitivo, il funzionamento globale che si discostano da ciò che viene considerato “normale” in un determinato contesto storico, sociale e culturale.
La terapia cognitivo-comportamentale ha una lunga e valida tradizione, volta all’elaborazione di interventi specifici per abilitare le persone con disabilità mentale; tali supporti individualizzati vanno intesi come le strategie e le risorse necessarie a promuovere sviluppo, educazione, interessi e benessere nella persona con disabilità.
disturbi emotivi del linguaggio
Il linguaggio si sviluppa attraverso alcune caratteristiche, la cui comparsa determina notevoli mutamenti sia a livello psichico che relazionale. Il disturbo dell’espressione del linguaggio è un disturbo dell’infanzia caratterizzato da un livello di sviluppo del linguaggio inferiore a quello che un bambino dovrebbe avere per la sua età. Per disturbi emotivi e relazionali si intende l’insieme di disagi e difficoltà che bambini, ragazzi e giovani adulti possono sperimentare nel fare i conti con la propria dimensione emotiva, affettiva e relazionale.
I soggetti con disturbi emotivi e relazionali spesso nutrono scarsa autostima, assumono atteggiamenti oppositivi e di rifiuto, si sentono impotenti e spesso sperimentano ansia e rabbia.
I disturbi emotivi e relazionali possono emergere nel contesto scolastico, a partire dalla scuola dell’infanzia, o comunque in ambienti di socializzazione extra familiari. Non di rado sono gli insegnanti a portarli all’attenzione dei genitori che spesso si trovano di fronte a descrizioni incongruenti rispetto all’esperienza che hanno dei propri figli.
encopresi enuresi
Enuresi ed encopresi sono due disturbi dell’evacuazione che si verificano nell’infanzia. Per enuresi intendiamo l’emissione attiva completa e incontrollata di urina dopo che sia stata raggiunta la maturità fisiologica in genere acquisita tra i 3 e i 4 anni. Con encopresi invece è definitito il disturbo caratterizzato dall’emissione involontaria ed inconsapevole delle feci.
Generalmente l’enuresi è considerata un sintomo benigno con tendenza a scomparire durante la pubertà (periodo della vita compreso tra gli 11 e 15 anni) ed è associata alla fase paradossale del sonno, allo stadio corrispondente al sogno, oppure al passaggio dal sonno profondo a un sonno leggero. Un’atmosfera familiare distesa, senza una costante apprensione per la sua enuresi, riduce tanto la tensione nervosa quanto i “benefici secondari”.
L’encopresi è un problema piuttosto frequente tra i bambini dai 4 ai 13 anni. Di grande importanza è l’intervento per il controllo dei problemi emotivi e per modificare gli atteggiamenti del bambino e dei familiari legati all’encopresi all’interno di un approccio collaborativo.
Con l’intervento cognitivo-comportamentale si aiuteranno i genitori a capire e modificare i comportamenti che mantengono il problema e il bambino a riacquistare la sua autostima e a sentirsi sicuro di sé, a gestire le emozioni e a migliorare le sue abilità sociali intaccate dall’isolamento.
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